Mustafa
Kemal Atatürk e la Turchia
Quando si arriva in Turchia si nota subito un personaggio che in tutto
il paese è raffigurato in
vari modi: quadri negli uffici e nei negozi, statue nelle piazze e nelle
scuole e un po' ovunque, anche nella televisione e nei giornali appare
il viso di un uomo anziano, con gli occhi grigi e con un sottile
sorriso. Il suo nome è Atatürk.
Atatürk come parola significa il padre dei turchi. E per tutti i
cittadini, quell'uomo, quello sguardo appartengono ad un un padre, la
cui fama si tramanda immutata da
generazioni.
Facciamo un passo indietro e immaginiamo la Turchia nei primi anni del
'900.
Il paese vive il dissolvimento dell' impero ottomano. La nazione è
occupata dalle potenze occidentali ed il sultano al prezzo di aver salva
la propria vita ha "venduto" il paese alle nazioni occupanti, mente
sempre più regna la povertà e l'ignoranza.
Il giovane Atatürk, allora si chiamava solo Mustafa Kemal, nasce a
Salonicco nel 1881. Dopo l'esperienza di ufficiale dell'esercito
ottomano, nel 1919 si pone alla guida di
un movimento popolare di liberazione dalle potenze straniere e in
considerazione che il giovane
Mustafà si contrappone alla "vendita" del proprio paese, il sultano lo
fa dichiarare terrorista e per evitare la cattura si trasferisce via
mare a Samsun nella regione del Mar Nero. Da qui, via terra inizia
l'opera di educazione del
popolo, convincendolo della necessita della guerra di liberazione e
della contemporanea necessità di rivoluzionare il sistema statale,
imponendo una serie di
riforme che avrebbero consentito un notevole passo avanti all'immobile
stato turco.
Da Samsun con i suoi amici organizzano i congressi di Samsun, Erzurum,
Sivas, Amasya e Erzincan,
ottenendo ben presto l'appoggio di tutto il paese e iniziando la
guerra di liberazione della Turchia.
Dopo una serie di sanguinose e cruente battaglie, il 9 settembre 1920,
l'ultima roccaforte dell'occupazione greca, Izmir ( Smirne), cade sotto
l'impeto
della rivoluzione kemalista.
La Turchia è finalmente libera e l'intero paese acclama Mustafà Kemal
come Atatürk, cioè il Padre dei Turchi.
Ma ottenuta la libertà, occorre iniziare una lotta ancor più difficile,
quella delle riforme. Viene subito istituito il nuovo parlamento ad
Ankara, proclamata la nuova capitale della
Repubblica Turca.
Atatürk promulga una serie di legge di vitale importanza per il paese
quali:
-
l'abrogazione dell'alfabeto arabo che viene sostituito con
l'alfabeto latino
-
aboliti il turbante ed il
caratteristico
fez, sostituiti da
berretti e cappelli di
stile occidentale
-
diritto e obbligo di studio esteso a tutti i cittadini
-
abolizione della
poligamia
-
l'unità di misura ed il calendario arabo vengono sostituiti con
rispettivi criteri occidentali
-
per evitare l'insorgere di movimenti religiosi, viene decretata la
natura laica dello stato con il divieto per qualunque organizzazione
religiosa di possedere beni immobili nel paese
-
chiusura di tutte le scuole coraniche
-
parità dei diritti e dei doveri per uomini e donne e istituzione del
divorzio
-
riconosciuti nuovi diritti alle donne con
l'applicazione del voto a suffragio universale (molti anni prima che
in Italia)
-
introduzione di un sistema costituzionale su imitazione dell'analogo
criterio svizzero
-
obbligo del cognome per tutti i cittadini
-
pluripartistismo nella vita politica con libertà di
organizzazione dei partiti politici
-
e tutta una serie di altre riforme che ancora oggi a
più di settant'anni dalla nascita della Repubblica Turca sono
presenti nella vita del paese.
Alle prime elezioni democratiche il partito di Mustafà Kemal CHP
(Cumhuriyet Halk Partisi, Partito Popolare Repubblicano) ottiene
la maggioranza e Atatürk diventa il primo Presidente della Repubblica
Turca.
Atatürk continuò per altri anni la sua opera innovatrice,
fino al 10 novembre 1938, quando si spense a Istanbul nel
Palazzo di Dolmabahçe.
Visitando la splendida ex residenza ottomana, possiamo notare come sul
letto di morte di Atatürk è
adagiata la bandiera nazionale e l'orologio della sua stanza è
fermo alle 9.05, l'ora in cui il Padre dei turchi salutò definitivamente
il suo popolo.
.
(da
Atatürk.it consultato in data 03-11-2010)
Il letto sul quale è spirato
Atatürk; foto scattata da me durante la visita al Palazzo di Dolmabahçe
ad agosto 2008
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Biografia
Mustafa Kemal Atatürk
(Salonicco, 19 maggio 1881 – Istanbul, 10 novembre 1938) è stato un
militare e politico turco, fondatore e primo presidente della Repubblica
Turca (1923-1938).
Mustafa Kemal nasce a Salonicco nel 1881 in una casa oggi diventata un
museo. Il padre, Ali Rıza Efendi (presumibilmente nato il 1839) si sposò
con la signora Zübeyde Hanım. Da questa coppia nacquero sei figli: Fatma
(nata il 1872, morta il 1875), Ahmet (nato il 1874, morto il 1883), Ömer
(nato il 1875, morto il 1883), Mustafa (Kemal Atatürk), Makbule (nata il
1885, morta il 1956) e Naciye (nata il 1889, morta il 1901). Fatma,
Ahmet e Ömer morirono in tenera età a causa dell'allora contagiosa
malattia della difterite.
La sorella più piccola di Atatürk, Naciye, morì a dodici anni per
tubercolosi.
"Giovane Turco" di media rilevanza prima della Grande Guerra, brillante
generale durante il primo conflitto mondiale, fu promotore della Grande
Assemblea Nazionale di Ankara (1920). Sconfiggendo i greci (1919-22),
ristabilì l'unità e l'indipendenza della Turchia, quindi depose il
sultano Maometto VI (1922), fondò la Repubblica (1923) e diede vita ad
una serie di riforme fondamentali dell'ordinamento della nazione, sulla
base di un'ideologia di chiaro stampo occidentalista. Abolì il
califfato, laicizzò lo Stato, riconobbe la parità dei sessi, istituì il
suffragio universale, adottò l'alfabeto latino, il calendario
gregoriano, il sistema metrico decimale e proibì l'uso del Fez. Al fine
di garantire la stabilità e la sicurezza dello Stato, istituì tuttavia
un sistema autoritario fondato sul partito unico.
Atatürk ("Padre dei Turchi") fu il cognome - assegnato esclusivamente a
lui con apposito decreto - che nel 1934 il Parlamento della Repubblica
attribuì a Mustafa Kemal quando egli impose l'adozione di regolari
cognomi di famiglia come era uso nel mondo occidentale.
Membro della loggia massonica "Machedonia resorta et Veritas" di
Salonicco, di costituzione italiana, nel corso della dittatura prese
progressivamente le distanze dalla Massoneria.
Mustafa Kemal morì di cirrosi epatica nel 1938 nel Palazzo Dolmabahçe,
situato sulla riva del Bosforo, nel quartiere Beşiktaş di Istanbul e le
sue spoglie riposano nell'Anıtkabir, mausoleo appositamente costruito
per lui ad Ankara, capitale dello Stato repubblicano che egli contribuì
in modo decisivo a creare.
Quella che guidò è spesso citata come esempio di rivoluzione
nazionalista che trasforma una monarchia in una repubblica. Benché fosse
lontanissimo dall'ideologia marxista, e anzi sostenesse l'inesistenza
della questione di classe, i rapporti tra Mustafa Kemal e Lenin furono
improntati a grande rispetto, e anche in seguito il buon vicinato con
l'URSS fu tra i cardini della politica estera kemalista. Le ragioni di
questa scelta diplomatica sono da rintracciare, più che in affinità
politiche, nel sostegno, anche economico, che l'Unione Sovietica
concesse a Kemal durante la guerra di liberazione dall'occupazione degli
Alleati.
A succedergli fu il suo braccio destro
İsmet İnönü. I rapporti tra i due
si erano deteriorati, ma Atatürk non volle o non poté esprimere una
chiara scelta alternativa e la burocrazia del partito-Stato, il CHP,
vedeva in İnönü il suo massimo garante. Con İnönü la Turchia continua la
strada marcata da Mustafa Kemal, prima con un'accentuazione degli
aspetti autoritari, poi, conclusasi la seconda guerra mondiale, con il
passaggio al multipartitismo.
Atatürk è tuttora oggetto in Turchia di una religione civile. L'insulto
alla sua persona è un vero e proprio reato. Questo riformatore ha
lasciato una profonda e controversa eredità. La sua opera può essere
considerata paradigmatica del problematico rapporto tra l'universalismo
della civiltà occidentale e le altrui culture. Samuel Huntington
considera il kemalismo una ben precisa ed estrema visione del mondo,
secondo la quale la completa occidentalizzazione di società
intrinsecamente non occidentale è possibile, necessaria e in sé
desiderabile. Hamit Bozarslan invece sottolinea l'aspetto autoritario
della politica kemalista che giunge alla completa identificazione tra
Stato e persona, lasciando alle generazioni successive la missione di
preservare la nazione, quale entità immodificabile definita una volta
per tutte.
A Kemal Atatürk sono dedicati, fra gli altri, il nuovo stadio olimpico
di Istanbul e il principale aeroporto di Istanbul.
« Il capo immortale e l'eroe senza rivali »
(Preambolo
della Costituzione della Repubblica Turca)
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