SCHEDA BANCONOTA
1.000
Lire 7° gruppo, 2ª serie  

Quantità stampata: 413.890.000

Data di emissione: 19.02.1988
Data del ritiro: 03.08.1992
Data di fine circolazione: 03.08.2002
Senza valore dal: 04.08.2002

Firme: Dr. Rüşdü SARACOGLU, Bediz DEMİRAY
Dimensioni: 72x140mm

Fronte: Ritratto di Atatürk
Retro: Ritratto di Fatih Sultan Mehmed e una veduta della città vecchia di Istanbul
 


FRONTE
MUSTAFA' KEMAL ATATURK
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RETRO

IL RITRATTO DI MEHMED II

Dipinto da Gentile Bellini nel 1480 e conservato nella National Gallery di Londra. Per approfondire clicca qui.

 

FATIH SULTAN MEHMED (sultano Maometto II il Conquistatore) da Wikipedia
Maometto II (in ottomano: محمد ثانى, Mehmet II, detto ﺍلفاتح, Fātiḥ, "Il Conquistatore"; Edirne, 29 marzo 1432 – Scutari, 3 maggio 1481) fu il settimo sultano dell'Impero ottomano. Salito al trono a soli 13 anni dopo l'abdicazione del padre Murad II nel 1444, divenne sovrano effettivo solo nel 1451 perché nel frattempo il padre aveva ripreso il potere nel 1446.
Tra i primi atti di governo, per consolidare il suo trono (come del resto prevedeva la spietata tradizione di molte dinastie turki onde non smembrare i regni), fece uccidere tutti i fratelli e fratellastri possibili pretendenti alla successione. All'età di 21 anni conquistò Costantinopoli (1453), ponendo fine all'Impero bizantino.
Inizi del regno
Nato nella già greco-bizantina Adrianopoli divenuta Edirne dopo la presa da parte degli Ottomani (1365) e terza capitale del loro impero dopo Amasya e Bursa, il giovane destinato a diventare Maometto II era figlio del sultano Murat II e di una donna molto probabilmente cristiana (forse addirittura italiana).
A 11 anni fu mandato ad Amasya (prima capitale osmanlı, vicino al Mar Nero) come governatore della zona, per fare esperienza ma anche probabilmente per metterlo al sicuro dalla sopra citata pratica del fratricidio. Poco dopo, tuttavia, suo padre, firmata la pace con l'emirato di Karaman, nel sudest dell'Anatolia, decise di ritirarsi a vita contemplativa e abdicò al trono in favore del figlio, che divenne appunto Mehmet (Maometto) II (1444).
Maometto II chiese quasi subito al padre di riprendere il trono in vista della battaglia con i crociati che si sarebbe svolta a Varna, e in un primo tempo Murat II rifiutò, ma poi, di fronte alle furiose e imperiose proteste del formidabile figlio, e anche probabilmente perché informato delle difficoltà che il giovanissimo sultano stava incontrando con la sua corte a Edirne, tornò e assunse il comando delle forze ottomane, che a Varna (1444) furono vittoriose sull'esercito crociato di Ladislao d'Ungheria e Giovanni Hunyadi. Come detto sopra, Murat II rimase sul trono fino al (1451), data della sua morte.
Conquista dell'Impero bizantino
Alla morte del padre Maometto II (dopo aver assassinato il suo fratellastro, ancora in fasce), salì di nuovo al trono e nel giro di soli due anni arrivò a porre fine all'Impero Romano d'Oriente conquistando Costantinopoli (che era diventato per lui un' ossessione, tanto che cominciò a paragonarlo ad una donna che aveva rifiutato il matrimonio di molti principi musulmani e che doveva diventare per forza sposa) il 29 maggio 1453. L'assedio fu condotto con enorme spiegamento di forze, usando i più grandi cannoni allora esistenti al mondo e addirittura trasportando decine di navi sulla terra, trascinate a forza di braccia dagli schiavi dal Bosforo fino al Corno d'oro scavalcando le erte alture di Galata, per aggirare la celebre catena che bloccava l'imboccatura del Corno d'oro dal Mar di Marmara.
Inenarrabili furono le violenze operate dalla soldataglia turca sui cittadini. Presa la città, Maometto II ne fece la nuova capitale dell'Impero Ottomano con il definitivo nome di İstanbul.
Dopo questa conquista, il padişa dei turchi prese anche gli ultimi territori bizantini, il Despotato di Morea nel Peloponneso (1460) e l'Impero di Trebisonda sul Mar Nero. A quel punto, nonostante lo sgomento dilagato in tutto l'Occidente, lo stato ottomano fu definitivamente riconosciuto nel mondo come un grande Impero.
Conquiste in Asia
Conquistato l'Impero Bizantino, Maometto II rivolse le sue mire verso l'Anatolia, dove l'unificazione dei diversi beylik (signorie) era già stata realizzata dal suo antenato Beyazit I il Fulmine, andando però di nuovo in frantumi dopo la sconfitta di quest'ultimo nella battaglia di Ankara contro Tamerlano (1402). Presa Trebisonda, i diversi staterelli anatolici caddero a uno a uno e l'Anatolia fu riunificata.
Conquiste in Europa
Unificata l'Anatolia dopo aver preso Costantinopoli, ovvero la Seconda Roma, Maometto II cominciò ad accarezzare non tanto in segreto l'idea di diventare il nuovo Cesare e quindi di conquistare la Prima Roma, che i turchi chiamavano già Kizil Elma, ovvero La Mela Rossa. In tal modo sarebbero stati di nuovo riuniti sotto un unico dominio i territori dell'antico Impero Romano. La strada era lunga e doveva necessariamente passare per i Balcani, quindi Maometto II tentò di invadere la Serbia, ma nel 1456 fu sconfitto durante l'assedio a Belgrado dall'esercito cristiano guidato da Giovanni Hunyadi e San Giovanni da Capestrano.
Un altro irriducibile avversario lo incontrò in Vlad III di Valacchia, che lo sconfisse nel 1452. Un terzo fu l'albanese Giorgio Castriota Scanderbeg, aiutato in parte dai veneziani, Scanderbeg mori a Lezha il 17 gennaio 1468, e i suoi familiari e seguaci dovettero rifugiarsi in Italia, dopo di che l'Albania fu sostanzialmente sottomessa, costringendo anche i veneziani ad abbandonare Scutari (1478). A seguito di questi eventi, il 25 gennaio 1479 fu firmato a Istanbul un duro trattato di pace tra i vincitori ottomani e i veneziani.
Nel frattempo, pur essendo stato sconfitto da Stefano il Grande di Moldavia (1457 - 1504) nella battaglia di Vaslui (1475), l'anno successivo Maometto II sconfisse i moldavi nella battaglia di Valea Alba, accrescendo ulteriormente il suo impero. A quel punto, viste le difficoltà a superare i Balcani, Maometto II puntò direttamente sull'Italia via mare, prendendo con facilità Otranto (1480). Tuttavia l'occupazione fu soltanto temporanea e l'anno successivo un grosso esercito costituito sotto l'egida di Papa Sisto IV lo costrinse ad abbandonare l'impresa. Vano fu anche l'assedio di Rodi, strenuamente difesa dal piccolo esercito di Cavalieri Ospitalieri che la occupava nel 1480.
La morte
Il 3 maggio 1481, poco dopo aver attraversato il Bosforo per una nuova campagna segreta in Asia, presumibilmente contro i possedimenti dell'Egitto dei Mamelucchi (nelle attuali Siria e Arabia Saudita), dove il padişa dei turchi mirava probabilmente ad assumere il controllo della Mecca e quindi a essere ufficialmente riconosciuto Califfo, ovvero "Vicario" o "Successore" del Profeta Maometto, Maometto II, già da tempo gravemente malato, morì all'età di 49 anni, dopo aver costruito un grandissimo impero. Il figlio Bayezid II, suo successore, non fu esente da sospetti di parricidio. La tomba di Maometto II è tuttora oggetto di grande venerazione nella Camı, ovvero Moschea del Fatih, da lui fatta edificare a İstanbul sul sito della chiesa dei Santi Apostoli nel quartiere che dal suo esornativo (Fatıh, Vittorioso, Conquistatore) ha preso il nome.
Attività in ambito civile
Maometto II assorbì la vecchia amministrazione bizantina nello stato ottomano, invitando nel contempo alla sua corte artisti e umanisti dall'Italia (per esempio Gentile Bellini che dipinse il suo famoso ritratto) ed eruditi dai territori greci, lasciando in funzione la chiesa bizantina e ordinando al suo Patriarca di tradurre in turco i testi dei cristiani, confermando con questo e con altri importanti gesti di tolleranza religiosa la probabile fede cristiana della madre.
Tra gli edifici da lui fatti costruire, i più importanti sono la moschea a lui intitolata (Fatıh Cami) e il Palazzo di Topkapı. Costruito dall'architetto Atik Sinan nel 1463 - 1470, il complesso della prima comprende una medrese, una biblioteca, un ospedale, un ospizio, un caravanserraglio, un mercato, un hammam e diverse tombe. Molto danneggiata in una serie di terremoti tra il 1509 e il 1766, l'anno successivo il sultano Mustafa III diede l'incarico di ricostruirla all'architetto (Mimar) Mehmet Tahir.
Non bisogna poi dimenticare la veneratissima moschea di Eyüp, in fondo al Corno d'Oro, da lui fatta erigere durante l'assedio di Costantinopoli, fuori dalle mura, sul luogo del presunto ritrovamento delle spoglie di Eyüp (Abu Ayyub al-Ansari), compagno e portabandiera del Profeta Maometto, morto durante il primo assedio arabo alla città (668). Il ritrovamento fu considerato di ottimo auspicio per la successiva conquista ottomana della città.

 

VEDUTA DI ISTANBUL
Una veduta di Istanbul analoga a quella della banconota: foto scattata da me durante il mio viaggio ad Istanbul.

 

 


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